LA RELIQUIA PIU' AMATA DALLA CRISTIANITA', L'OGGETTO PIU' STUDIATO DALLA SCIENZA
La Sacra Sindone è un ''eloquente messaggio di sofferenza e di amore, di morte e di vita immortale'' (San Giovanni Paolo II)
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Per il 6° Giorno del Timone della Toscana, in prossimità all'ostensione straordinaria della Sindone, la sindonologa Emanuela Marinelli è tornata a Staggia dopo esserci stata nel 2006 e nel 2010. Anche questa volta ha presentato le principali ricerche riguardo all'oggetto al mondo più studiato dalla scienza: la Sacra Sindone. Questa è la reliquia più preziosa della Cristianità perché ha avvolto il corpo di Gesù e si trova a Torino, ma è di proprietà del Papa. Al termine dell'incontro le oltre duecento persone presenti hanno potuto fare un'esperienza unica vedendo da vicino una copia su tessuto a grandezza naturale della Sindone. La professoressa Marinelli, che ha scritto decine di libri sulla Sindone ed è tra le massime esperte mondiali della sacra reliquia. Come ha spiegato la professoressa, la Sindone è un lenzuolo di lino, filato e tessuto nella regione del Medio Oriente. Esso presenta una struttura a spina di pesce che è di grande valore: quindi l'uomo che è stato avvolto in questo telo deve essere stato un personaggio importante. Un ladrone doveva essere sepolto senza un lenzuolo in una tomba comune.
UN TELO UTILIZZATO A GERUSALEMME In varie occasioni dalla superficie della Sindone è stato preso materiale con nastri adesivi. Questo materiale successivamente è stato studiato in diversi laboratori. Sul lenzuolo è stata riscontrata la presenza di cristalli di un tipo di carbonato di calcio, l'aragonite, con impurezze simili a quelle dell'aragonite trovata nelle grotte di Gerusalemme; inoltre sono state identificate aloe e mirra, le spezie funebri profumate usate dagli ebrei nel primo secolo, e una grande abbondanza di pollini del Medio Oriente che non esistono in Europa. La Gundelia Tournefortii, ad esempio, cresce solo in Medio Oriente; lo Zygophyllum Dumosum cresce soltanto in Israele, in Giordania occidentale ed al Sinai. Sulla Sindone sono stati identificati i pollini di 77 diversi tipi di piante, tre quarti delle quali non esistono in Europa e 13 delle quali sono tipiche ed esclusive del deserto vicino a Gerusalemme. Avinoam Danin, un botanico ebreo dell'università di Gerusalemme, usando un archivio di più di 90.000 siti di distribuzione delle piante, ha verificato che il luogo più adatto per tutte le specie di piante, i cui pollini sono stati identificati sulla Sindone, si trova in un raggio di 20 chilometri intorno a Gerusalemme.
MACCHIATO DI SANGUE UMANO NON DECOMPOSTO Le macchie di sangue e siero sul lino non sono riproducibili con mezzi artificiali. È sangue coagulatosi sulla pelle di un uomo ferito. Si è ridisciolto per fibrinolisi a contatto con la stoffa umida per un periodo di circa 36 ore. La fine del contatto è avvenuta senza causare un movimento che avrebbe alterato i bordi delle tracce di sangue. In altre parole, rimane inesplicabile come sia finito il contatto fra il corpo ed il lenzuolo senza alterare i trasferimenti ematici che avevano avuto luogo. La permanenza del cadavere nella Sindone per un periodo di tempo limitato può essere dedotta non soltanto dall'interruzione del processo fibrinolitico ma anche dall'assenza di qualsiasi segno di decomposizione.
STESSO SANGUE DEI MIRACOLI EUCARISTICI DI LANCIANO E OVIEDO Si tratta di sangue umano maschile ricco di bilirubina: ciò significa che appartiene ad una persona che ha sofferto molteplici traumi. È sangue di gruppo AB. Questo è il gruppo sanguigno meno comune; soltanto il cinque per cento della popolazione appartiene a questo gruppo sanguigno.Un confronto interessante può essere fatto con i risultati della ricerca intrapresa sul miracolo eucaristico di Lanciano (Italia). Qui, nell'ottavo secolo, nella chiesa di San Legonziano, mentre era nelle mani di un monaco basiliano che dubitava della presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche, l'ostia, al momento della consacrazione, si è trasformata in carne e il vino è diventato sangue. I risultati delle indagini condotte nel 1970 da Odoardo Linoli, un docente di anatomia ed istologia patologica e di chimica e microscopia clinica all'università di Siena (Italia), hanno mostrato che la carne è vero tessuto miocardico di un cuore umano che si mantiene miracolosamente incorrotto e il sangue è autentico sangue umano del gruppo AB. Il sangue è anche dello stesso tipo di quello riscontrato sul Sudario conservato nella Cattedrale di Oviedo (Spagna), una tela di 83 x 52 cm che presenta numerose macchie di sangue simmetriche, passate da una parte all'altra mentre era piegata in due. La tradizione la definisce Santo Sudario o Sagrado Rostro, cioè Sacro Volto. La preziosa stoffa giunse ad Oviedo nel IX secolo, in un'Arca Santa di legno con altre reliquie, proveniente dall'Africa settentrionale. Il sangue presente sul Sudario è umano, appartiene al gruppo AB e il DNA presenta un profilo genetico simile a quello rilevato sulla Sindone.
L'INSPIEGABILE IMMAGINE Oltre al sangue, sulla Sindone c'è l'immagine del corpo che vi fu avvolto. Questa immagine, dovuta a degradazione per disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, è paragonabile ad un negativo fotografico. È superficiale, dettagliata, termicamente e chimicamente stabile. È stabile anche all'acqua. Non è composta da pigmenti, è priva di direzionalità e non è stata provocata dal semplice contatto del corpo con il lenzuolo: con il contatto il telo o tocca o non tocca, non c'è via di mezzo. Invece sulla Sindone c'è immagine anche dove sicuramente non c'era contatto. I suoi chiaroscuri sono proporzionali alle diverse distanze esistenti fra corpo e telo nei vari punti di drappeggio. Sotto le macchie ematiche non esiste immagine del corpo: il sangue, depositatosi per primo sulla tela, ha schermato la zona sottostante mentre, successivamente, si formava l'immagine. Come un cadavere abbia potuto imprimere sul lenzuolo l'immagine fotografica di se stesso è un fenomeno unico ed ancora inspiegabile. L'immagine non è stata prodotta con mezzi artificiali. Non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. Non è il risultato di una strinatura prodotta con un bassorilievo riscaldato: le impronte così ottenute non hanno caratteristiche paragonabili a quelle della Sindone. L'immagine esiste soltanto sulle fibrille superficiali del lino. Nessuna immagine è stata osservata sul retro. L'assenza di pigmenti è stata confermata dalla fotografia in luce trasmessa. Sul retro è possibile vedere soltanto il sangue, non l'immagine. Uno studio molto importante è stato realizzato da un medico statunitense, August Accetta, il quale ha condotto un esperimento su se stesso: ha iniettato nelle sue vene una soluzione di difosfato di metilene contenente tecnezio-99m, un isotopo radioattivo che decade rapidamente. Ogni atomo di tecnezio emette un unico raggio gamma che può essere registrato da una apposita apparecchiatura di rilevamento. Il Dr. Accetta intendeva realizzare un'immagine provocata da una radiazione emessa da un corpo umano. Secondo il Dr. Accetta, l'immagine sulla Sindone potrebbe essere stata causata dall'energia sprigionatasi all'interno del corpo di Cristo al momento della resurrezione. Le immagini ottenute dal Dr. Accetta sono molto simili a quelle che si osservano sulla Sindone e davvero questo esperimento arriva fin sulla soglia del mistero di quell'impronta che ci richiama il mistero centrale della fede. La formazione dell'immagine della Sindone potrebbe essere spiegata da un effetto fotoradiante collegato alla resurrezione.
PER APPROFONDIRE: "La Sindone, il mistero di un'immagine", Emanuela Marinelli, quaderni del Timone
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