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Ospite: Antonino Zichichi / Argomento: Scienza
Sabato 18 settembre 2010 si è svolto a Staggia Senese il secondo Giorno del Timone della Toscana, che ha visto una nutrita partecipazione di pubblico e di associazioni cattoliche.
Al mattino la Messa pontificale celebrata dal Vescovo di Volterra, mons. Alberto Silvani, ha dato il via alla giornata. Nel pomeriggio c'è stata l'interessante conferenza “L'attualità della battaglia apologetica” di Massimo Introvigne, Direttore del Cesnur, Vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, collaboratore del Timone.
Infine il culmine della giornata è stato senz'altro la consegna del premio “Viva Maria”, assegnato dal direttore de “Il Timone”, Giampaolo Barra, al Prof. Antonino Zichichi, scienziato di fama mondiale e professore emerito di Fisica Superiore all'Università di Bologna.
Nella dissertazione che ha preceduto la consegna del premio, l'illustre fisico ha inteso sottolineare il rapporto tra scienza e fede, confutando tra l'altro il luogo comune in base al quale “un vero scienziato non può che dichiararsi ateo e un credente non può avvicinarsi alla scienza”. La tesi sostenuta dal professor Zichichi, concorde col pensiero del Santo Padre Benedetto XVI , è che qualunque scienziato interessato all'origine e all'evoluzione del mondo, nonché alla ricerca delle leggi fisiche che regolano la natura, non può che concludere che solo un Ente Superiore può essere all'origine delle cose che esistono, come già insegnava Aristotele.
Il professor Zichichi ha esordito sottolineando che l'esistenza del mondo ha avuto come momenti cruciali i cosiddetti tre “big bang”. Il primo, il “big bang” per antonomasia, è quello che ha fatto passare dal vuoto all'esistenza dell'universo. Il secondo big bang è avvenuto nel momento in cui sulla terra è comparsa la vita, mistero cui l'uomo non sa tutt'oggi dare risposta. Il terzo è il momento in cui l'uomo ha sviluppato la ragione.
Il professore ha poi sostenuto la non scientificità della teoria evoluzionista. Essa, da alcuni usata per negare l'esistenza di Dio, è priva di sufficienti prove scientifiche e di una solida base matematica (il cosiddetto metodo galileiano).
Inoltre ha affermato che “contrariamente a quanto affermano alcuni assertori dell'evoluzionismo, secondo i quali l'uomo non sarebbe tanto diverso dalla scimmia, di fatto l'uomo è l'unico essere vivente dotato di ragione, capace quindi di tramandare ai posteri le conoscenze acquisite, con la scrittura cuneiforme e, prima ancora, con le prime rappresentazioni grafiche”. Questo nessun animale è in grado di farlo.
La dissertazione è proseguita ricordando la figura di Galileo Galilei considerato dalla comunità scientifica il fondatore della scienza. Ebbene proprio il fatto che Galileo era un cattolico gli ha permesso di studiare le leggi della natura. Solo nella cultura cattolica poteva nascere la scienza, senza dimenticare, anzi proprio perché si credeva fermamente in Colui che ha fatto il mondo.
“La ricerca scientifica avrebbe potuto nascere secoli prima e nell'ambito di altre civiltà, come quella cinese, araba o indiana, invece ha avuto origine, in Italia, dalle osservazioni e deduzioni di Galilei sul pendolo, sulle macchie lunari, sui satelliti planetari, fatte tramite il telescopio”, ha osservato l'eminente fisico.
“Usando per primo il metodo del piano inclinato, quattro secoli fa, Galilei ha dedotto la legge che regola il moto di caduta libera di un grave. Misurando il tempo con le pulsazioni arteriose, ha inoltre intuito la legge che regola le piccole oscillazioni di un pendolo. Sir Isaac Newton, due secoli dopo, non avrebbe scritto la legge di gravitazione universale, così semplice nella sua enunciazione, se non ci fossero state prima le osservazioni di Galilei”. Si noti che il calcolo infinitesimale di Newton-Leibniz, e di conseguenza la matematica moderna, nascono dall'esigenza di calcolare il moto dei pianeti.
A sostegno della tesi secondo cui Galilei deve essere considerato uno scienziato che credeva in Dio, il professore ha portato ad esempio la reazione incredula di Galilei alla scoperta di Keplero sulle orbite dei pianeti: “Secondo la tradizione Tolemaica, un Dio creatore avrebbe senz'altro ordinato il mondo in maniera perfetta. Ora, il cerchio è una figura perfetta, per cui nell'antichità era impensabile che un pianeta potesse muoversi seguendo un'orbita che non fosse circolare. Quando Keplero gli disse di avere osservato che le orbite dei pianeti sono ellittiche, e non circolari, se fosse stato ateo, Galilei avrebbe dovuto reagire sostenendo tale tesi e usandola per confutare l'esistenza di un Ente Creatore. Invece, Galilei reagì rispondendo a Keplero che non credeva alle sue conclusioni”. E' noto, di fatto, che le leggi di Keplero si deducono come conseguenza delle leggi di Newton.
“A partire da Galilei - ha continuato - tutti i più importanti scienziati possono essere considerati credenti. Quando uno scienziato si affida alla sperimentazione, fa come un atto di fede, perché cerca di capire quale legge o meccanismo regola un fenomeno della natura”.
Ad esempio di come procede la ricerca scientifica, ha ricordato come due secoli di ricerca sull’ottica e sull’elettromagnetismo sono stati riassunti nelle equazioni di Maxwell, tanto che "Lord Kelvin, nel 1897, davanti ad un’assemblea di fisici, disse che ormai non c’era più nulla de scoprire, solo qualche dettaglio da chiarire. In realtà, la ricerca scientifica passa da periodi di euforia, in presenza di grandi scoperte, a periodi di relativa calma. E quello che conosciamo oggi è frutto di quattro secoli di ricerca, paragonati ai millenni precedenti in cui l’uomo era presente sulla terra".
Per spiegare cosa significhi la scoperta scientifica, ha usato come esempio suo nonno, che "non avrebbe mai creduto nella possibilità di viaggiare a mille chilometri all’ora o di vedere immagini dell’uomo sulla luna. Infatti - ha proseguito - ogni scoperta scientifica non è altro che un passo in avanti nella spiegazione di come Qualcuno ha pensato che andasse regolato il mondo".
"Le scoperte sono sorprendenti: si pensi alle leggi di Lorentz, da cui è scaturita la teoria della Relatività di Einstein, secondo le quali le dimensioni spazio-tempo non possono essere entrambe reali; oppure alla relatività del concetto di contemporaneità (la luce impiega un secondo per andare dalla terra alla luna, ma se Napoleone fosse nato in una stella da noi lontanissima, un osservatore su tale stella sosterrebbe che Napoleone è nato prima di Giulio Cesare). Del resto, fino a cinquant’anni fa si pensava che i livelli più bassi di energia fossero a dimensione nucleare, come recita il nome del centro di ricerca in cui ho lavorato".
Tralasciando ulteriori dettagli di un’analisi precisa ed avvincente dei passi recenti della ricerca nell’ambito della fisica, andiamo al culmine della esposizione, in cui, con tono ironico, ha affermato che "esistono scienziati miei colleghi che da anni lavorano per cercare di dimostrare scientificamente che Dio non esiste. Io sono tranquillo: anzi, ho detto loro che stanno solo perdendo tempo".Il professore ha anche ricordato l’obiezione di chi sostiene che, per dimostrare l’esistenza di Dio, si dovrebbe darne una prova scientifica: "Una dimostrazione scientifica dell’esistenza di un Ente Superiore non ha senso, perché si vorrebbe provare con strumenti scientifici l’esistenza di chi ha creato quegli strumenti e, quindi, è al di sopra di essi".
"Al contrario, da parte di chi si dice ateo, ci si aspetterebbe l’esibizione di una prova scientifica del fatto che il mondo è regolato dal caos – ha spiegato –. Questo mi pare impossibile, e solo chi non è un vero scienziato può cercare di sostenere tale tesi".
Per concludere, il professor Zichichi ha fatto sue le parole del Pontefice, sottolineando l’importanza che ogni cristiano debba avere a cuore il fatto che la fede e la ragione non sono in contraddizione.
"Oggi nel mondo stiamo tornando all’era pre-Aristotelica, in cui le filosofie dominanti sostenevano che i processi della vita erano regolati dalla casualità. Invece, ogni volta che scopriamo qualcosa, ci sorprendiamo di come ci sia un Ordine dietro tutto; di fronte ai fenomeni che non possiamo spiegare, possiamo solo dire che non siamo ancora pronti e che, probabilmente, ci riusciremo fra qualche secolo o, ancor meglio, qualche decennio".
"Nata con un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tradito il Suo Padre. Essa ha scoperto – nell’Immanente - nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte, il Trascendente".
A distanza di dieci anni dalla sua pubblicazione, non si consiglierà mai abbastanza il bellissimo libro divulgativo del professor Zichichi "Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo" (ed. Il Saggiatore).
Alla fine della sua testimonianza, il direttore del Timone, Gianpaolo Barra ha consegnato allo scienziato il Premio "Viva Maria!" dedicato alla Vergine del conforto che è conservata ad Arezzo. Il premio consiste in un assegno di duemilacinquecento euro offerti dalla Fondazione Fides et Ratio che sostiene il Timone e con una perfetta riproduzione della Madonna del conforto di Arezzo. Evidente è stato il motivo che ha spinto gli organizzatori a chiamare "Viva Maria!" questo premio: come ai tempi di Napoleone, è in atto un attacco alla fede cattolica. Ora come allora c’è bisogno che ci sia un forte movimento di popolo di reazione che difenda la Chiesa da questi attacchi.
Ecco la motivazione del premio tratta dalla pergamena: "Al professore Antonino Zichichi, scienziato, perché come i Viva Maria dell’insorgenza toscana, eroici testimoni della fede, anch’egli durante una lunga e fruttuosa attività di scienziato, tutt’ora felicemente in corso, ha saputo donarci una testimonianza luminosa e forte della fede cattolica".
Il direttore del Timone ha infine proposto a Zichichi di scrivere qualche articolo per il mensile di apologetica e il professore ha accettato volentieri prendendo pubblicamente questo impegno che poi ha onorato nel numero di dicembre.
Un lunghissimo applauso ha concluso infine la premiazione, segno di affetto sincero nei confronti del professore per la chiarezza nell’esposizione e per la fiera testimonianza cristiana.
Questa giornata, organizzata per la seconda volta a Staggia Senese, ha visto anche quest’anno la partecipazione di oltre seicento persone convenute da tutta la regione. Il Giorno del Timone è infatti uno dei più grandi eventi culturali della Toscana e si proietta già all’organizzazione della terza edizione che come quelle passate sarà il terzo sabato di settembre.
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