IN RICORDO DI MARIO PALMARO
Continueremo la battaglia, come lui ci ha chiesto di fare
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Il 9 marzo 2014 l'amico Mario Palmaro si è addormentato in attesa della risurrezione. Ci stringiamo in preghiera accanto alla moglie Anna Maria e ai figli: Giacomo, Giuseppe, Giovanna e Benedetto. Una delegazione degli "Amici del Timone" di Staggia Senese è stata presente al funerale a Monza. Mario Palmaro ha fatto ben otto conferenze nel nostro centro culturale. Per questo e per l'amicizia che ci ha sempre dimostrato gli saremo eternamente grati. Gli siamo grati anche per la telefonata che ha voluto fare a don Stefano dieci giorni prima di morire. Lo reputiamo un grande, ultimo, gesto di amicizia.
RIFLESSIONI DI MARIO PALMARO SULLA SUA MALATTIA "La prima cosa che sconvolge della malattia è che essa si abbatte su di noi senza alcun preavviso e in un tempo che noi non decidiamo. Siamo alla mercé degli
avvenimenti, e non possiamo che accettarli. La malattia grave obbliga a rendersi conto che siamo davvero mortali; anche se la morte è la cosa più certa del mondo, l’uomo moderno è portato a vivere come se non dovesse morire mai. Con la malattia capisci per la prima volta che il tempo della vita quaggiù è un soffio, avverti tutta l’amarezza di non averne fatto quel capolavoro di santità che Dio aveva desiderato, provi una profonda nostalgia per il bene che avresti potuto fare e per il male che avresti potuto evitare. Guardi il Crocifisso e capisci che quello è il cuore della fede: senza il Sacrificio il cattolicesimo non esiste. Allora ringrazi Dio di averti fatto cattolico, un cattolico “piccolo piccolo”, un peccatore, ma che ha nella Chiesa una madre premurosa. Dunque, la malattia è un tempo di grazia, ma spesso i vizi e le miserie che ci hanno accompagnato durante la vita rimangono, o addirittura si acuiscono. È come se l’agonia fosse già iniziata, e si combattesse il destino della mia anima, perché nessuno è sicuro della propria salvezza.
D’altra parte, la malattia mi ha fatto anche scoprire una quantità impressionante di persone che mi vogliono bene e che pregano per me, di famiglie che la sera recitano il rosario con i bambini per la mia
guarigione, e non ho parole per descrivere la bellezza di questa esperienza, che è un anticipo dell’amore di Dio nell’eternità. Il dolore più grande che provo è l’idea di dover lasciare questo mondo che mi piace così tanto, che è così bello anche se così tragico; dover lasciare tanti amici, i parenti; ma soprattutto di dover lasciare mia moglie e i miei figli che sono ancora in tenera età. Alle volte mi immagino la mia casa, il mio studio vuoto, e la vita che in essa continua anche se io non ci sono più. È una scena che fa male, ma estremamente realistica: mi fa capire che sono, e sono stato, un servo inutile, e che tutti i libri che ho scritto, le conferenze, gli articoli, non sono che paglia. Ma spero nella misericordia del Signore, e nel fatto che altri
raccoglieranno parte delle mie aspirazioni e delle mie battaglie, per continuare l’antico duello". Mario Palmaro 27 ottobre 2013
NOI CONTINUEREMO LA BATTAGLIA Sì,
caro Mario, noi raccogliamo le tue aspirazioni e continueremo le tue
battaglie in modo da poter dire con San Paolo: "Ho combattuto la buona
battaglia, ho conservato la fede" (2 Tm 4,7).
CONFERENZE DI MARIO PALMARO A STAGGIA SENESE Clicca su quella che ti interessa: 1) Famiglia: diffidate delle imitazioni (4 maggio 2006) 2) Eutanasia e testamento biologico (18 maggio 2007) 3) Trenta anni di aborto: 5 milioni di morti innocenti (11 aprile 2008) 4) RU486 e testamento biologico (28 maggio 2010) 5) Viva il Papa: perché difenderlo (5 febbraio 2011) 6) Sposati e sii sottomessa (21 ottobre 2011) con Costanza Miriano 7) The gay after (22 febbraio 2013) 8) Istruzioni per la famiglia (4 agosto 2013)
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