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Ospite: Massimo Viglione / Argomento: Storia
Venerdì 2 ottobre il Centro Culturale Amici del Timone di Staggia Senese ha ospitato con grande piacere il professor Massimo Viglione per una conferenza dal titolo “Dal buio del paganesimo alla luce del Medioevo”. Il professore è ricercatore e docente universitario, noto per le sue pubblicazioni storiografiche sulle insorgenze controrivoluzionarie, sul Risorgimento e sulla persistenza dell'idea di Crociata nei secoli tardomedievali e moderni. Lodevole è anche la sua costante attività di scrittore, conferenziere e polemista. Nel suo recente volume dal titolo “Dal buio alla luce. Civiltà cristiana e Medioevo”,Viglione ha ricostruito puntualmente la storia dei primi tredici secoli del Cristianesimo della società e civiltà medievali, partendo dagli albori del Cristianesimo antico e arrivando agli inizi del XIV secolo, ovvero alle soglie dei grandi e drammatici mutamenti della prima modernità.
Ha cercato di sfatare il pregiudizio dei famigerati “secoli bui”, etichetta che viene data al Medioevo sostanzialmente dai tempi dell'Illuminismo. E' un pregiudizio totalmente ideologico, perché il Medioevo è stata l'era della Cristianità nella sua interezza religiosa, politica, civile, culturale, sociale, artistica, militare e questo non poteva andare bene alle ideologie che poi avrebbero portato all'ateismo. Nel Medioevo non esisteva l'ateismo; sebbene, come in ogni periodo storico, l'uomo fosse peccatore, però si riconosceva come tale e non metteva minimamente in dubbio l'esistenza di Dio, l'importanza della Chiesa e dei sacramenti, del fatto che questa vita fosse solo una prova e la vera vita fosse quella eterna. La società medievale era basata sull'agricoltura ed è per questo che non esisteva la povertà dovuta alla disoccupazione. Tutti, bene o male, avevano da mangiare e quindi di che vivere. Il signore feudale, pur essendo colui che comandava e pur avendo sicuramente una vita più agiata, dipendeva di fatto dal contadino che gli dava da mangiare. E il contadino era grato al feudatario perché riceveva la sua protezione in caso di aggressioni esterne o guerre. Tutti vivevano in comunità e perciò non erano mai soli e a nessuno mancava l'aiuto. Le corporazioni dei vari mestieri si occupavano degli interessi dei lavoratori e se un uomo moriva, gli altri della corporazione insegnavano il mestiere ai figli, cosicché essi potessero sopravvivere.
In realtà nella società medievale c'era ricchezza, basti pensare al fatto che le più belle cattedrali e i più bei castelli ancora oggi visibili furono costruiti grazie ai soldi del popolo.
Il Medioevo è anche il periodo storico in cui sono vissuti più santi, pensiamo a san Benedetto, San Francesco e san Domenico. Il primo ha il merito straordinario di aver ricostruito, grazie al monachesimo, la società dalle macerie dell'impero romano che era imploso a causa dell'immoralità dilagante che aveva favorito le invasioni barbariche; il secondo e il terzo, vissuti nel pieno Medioevo, hanno combattuto tenacemente le eresie che si stavano diffondendo con gran velocità e pervasività e che erano pericolose. I catari e gli albigesi, in modo particolare, predicavano la malvagità del corpo che secondo loro inquinava l'anima e impediva di essere puri, tanto da condannare i rapporti sessuali, almeno finché una persona non avesse raggiunto, non si sa come, questa famigerata purezza e tanto da arrivare addirittura alla pratica dell'endura, cioè l'uccisione dei bambini appena battezzati, affinché andassero sicuramente in Paradiso o degli anziani che si fossero appena confessati, non dal sacerdote ma all'interno dei riti eretici. Erano arrivati in questo modo ad ucciderne centinaia di migliaia. San Francesco dimostrò la vera povertà e purezza attraverso la sua vita e quella dei suoi seguaci e la popolazione vedendo la differenza fra loro e gli eretici scelse i francescani. San Domenico ebbe il merito di vincere la parte degli eretici più colti, che infamavano i cristiani definendoli idolatri in quanto adoravano quello che per loro era soltanto un pezzo di pane bianco. Per grazia divina tra le fila dei domenicani nacque san Tommaso D'Aquino che con le sue spiegazioni magistrali dissipò i dubbi e le infamie che le eresie avevano sollevato. Inoltre san Francesco e San Domenico conquistarono le università e le diffusero in tutto il mondo, sconfiggendo così le eresie attraverso la verità e il sapere. La Chiesa viene spesso accusata di aver utilizzato l'Inquisizione per condannare le eresie. Viglione ha spiegato come, in realtà, dall'Inquisizione siano nati i tribunali moderni. Infatti prevedeva un processo, ha inventato la giuria e regolamentato la tortura: non poteva durare più di quindici minuti, non doveva provocare sangue né modifiche del corpo. Sembra poco che l'abbia regolamentata e non tolta, ma all'epoca la tortura era considerata normale e senza l'inquisizione probabilmente gli eretici sarebbero stati massacrati.
Nel libro del professor Viglione si trovano tutti questi argomenti spiegati e commentati nel dettaglio e moltissimi altri, come ad esempio il ruolo della donna: le regine che hanno avuto un ruolo importante per il regno, le suore che hanno scritto importanti trattati, come quella che ha redatto il primo grande trattato di antropologia. Oppure lo schiaffo di Anagni, avvenuto nel 1303 e considerato da Viglione la fine del Medioevo perché per la prima volta un imperatore non riconosce più la sovranità della Chiesa. Un libro appassionante e molto approfondito che merita davvero di essere letto.
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